(scultura di Peppino Saracino - foto di Pietro Giulio Pantaleo) |
Sono la passione e l'amore che alimentano molte azioni e sono questi due la miscela mentre è il credere che si può fare la scintilla che spinge a impegnarsi per cause che partono svantaggiate ma che giorno dopo giorno, avvicinano tante brave persone facendo intravedere la più naturale soluzione.
Qualche giorno fa un amico e amministratore pubblico mi scriveva a proposito del Parco di Lama Balice asserendo che nessuno la conosce, così come pochissimi sanno delle presenze vegetali ed animali, degli affreschi della chiesetta dell'Annunziata (questa comunque non rientra nel perimetro del Parco), del ponte in pietra finito di costruire nel 1881 a cui hanno contribuito maestranze palesine, concludendo questa sua "spietata" analisi con alcune direttive: 1) il rispetto e la salvaguardia di un territorio si ottiene attraverso la conoscenza; 2) aiutare la crescita di un Parco significa mettersi al servizio anche dei suoi fruitori; 3) un territorio non vissuto è morto. E poi cita un aforisma di Charles Darwin.
Dopo aver letto tutto questo sono rimasto in riflessione e sono fermo su tre ipotesi conclusive: a) è una sorta di suo "mea culpa" essendo egli amministratore in una delle tre amministrazioni componenti del Parco; b) è un ammonimento agli Organi esecutivi dell'Ente Parco, secondo il ragionamento, inefficienti e inefficaci; c) è un'accusa rivolta alle associazioni e a quei cittadini che non fanno abbastanza.
Se rispondessi io la risposta sarebbe scontata, e vorrei che quest'ultimo post del 2012 fosse commentato da voi lettori.