venerdì 29 marzo 2013

La bellezza è una falsa realtà







(n.d.r.) - Il Presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza ha dichiarato -il nostro futuro inizia dalle città- In Europa e nel mondo nascono nuove smart cities, fondate su stili di vita sostenibili, sulla qualità degli spazi, sul lavoro verde, sul rinnovamento dei quartieri. Città più belle e culturalmente vivaci, che fanno della qualità della vita un obiettivo da perseguire attraverso la riqualificazione urbana, le azioni di coesione sociale, l'inclusione e il coinvolgimento dei cittadini per trasformare i centri urbani in volano per rilanciare il paese oltre la crisi. Tanto più ora che in una fase di precarietà politico istituzionale, i sindaci possono tornare a svolgere quel ruolo di protagonisti della vita politica e sociale che svolsero nella prima metà degli anni '90".

"Da Bari - ha dichiarato il sindaco Michele Emiliano - oggi lanciamo un appello ai parlamentari di tutti gli schieramenti politici affinché sostengano questa proposta di legge e si impegnino ad approvarla. Questa non è solo un'iniziativa di grande significato simbolico, ma la possibilità concreta - per la prima volta - di promuovere e realizzare una nuova idea di sviluppo del Paese, fondata sul più grande valore che il mondo riconosce all'Italia: la bellezza dei suoi luoghi, della sua storia, del suo inestimabile patrimonio culturale". Parte oggi da Bari quindi, la sfida dei sindaci sulla qualità territoriale nell'ottica della bellezza, per contribuire al rilancio del Paese da protagonisti. Un rilancio che si costruisce con il superamento delle brutture che in questi decenni il Belpaese ha subito, a causa di una visione politica nazionale e locale di corto respiro che ha consentito l'abusivismo edilizio, il dissennato consumo di suolo, il mal costruito urbano e il diffondersi di una politica della mobilità scriteriata e dannosa per la salute e la qualità della vita di tutti.
Una politica miope, basata sul consumo quantitativo delle risorse a danno della qualità e del benessere collettivo.
La Costituente dei Sindaci per la bellezza, che si pone come primo obiettivo l'allargamento delle adesioni e la messa in rete dei piccoli comuni con le grandi città, si riunirà prossimamente in una conferenza nazionale sulla bellezza promossa da Legambiente con i neo parlamentari eletti, per avviare un primo confronto con il nuovo governo mentre per agosto a Sabbioneta è previsto un convegno organizzato dal Club Borghi più belli d'Italia, con l'obiettivo di definire concretamente gli impegni che i comuni potranno assumere direttamente a partire dalle linee indicate dal disegno di legge promosso dall'associazione ambientalista.
Leggendo il comunicato stampa apparso sulle pagine dei quotidiani nazionali e sul web, in occasione della Costituente dei Comuni per la Bellezza, sembra di trovarsi di fronte alle brutture evidenziate in neretto, dal giorno alla notte, con il dubbio di chi mai possa essere stato a rilasciare tanti permessi di costruire e a concedere autorizzazioni scriteriate e dannose.
Ma non ho intenzione di impantanarmi nella discussione.
Prendo invece al volo tutta questa movimentazione di personaggi per riflettere se non sia più giusto parlare di delicatezza anziché di bellezza oppure che entrambi possano essere i valori imprescindibili da perseguire.
La bellezza è un aspetto esteriore o estetico che può essere rinnovato e rivitalizzato con interventi di restyling mentre la delicatezza estremizzandone l’aspetto interiore, rappresenta la più elevata e preziosa caratterizzazione di un luogo e di un bene da difendere e preservare, che altrimenti potrebbe sgretolarsi, infrangersi, spezzarsi, morire.  
Se ci poniamo davanti ad un monumento o a un dipinto o se entriamo in un borgo antico e chiudiamo gli occhi cosa vediamo? Se ci avviciniamo al portone di un palazzo antico o ad una facciata e la tocchiamo cosa percepiamo?

La bellezza è una falsa realtà?
Me la posso immaginare o posso esprimere una personale interpretazione. Un concetto abbastanza instabile e variabile.
La delicatezza è una falsa realtà?
Non la posso immaginare e non posso esprimere una personale interpretazione. Non è un concetto instabile e variabile.
La analizzo attraverso gli occhi, la percepisco attraverso le orecchie, la assaporo attraverso le narici, la tocco e posso decretare la sua morte attraverso le mani.

Quindi posso divenire il carnefice di un luogo e di un bene abbastanza fragile.
Posso stabilire quando quel luogo o quel bene devono essere sgretolati o estinti per sempre.

Ma ho anche la personale responsabilità di evitare che ciò avvenga.
E’ l’uomo l’unico vero artefice del futuro delle città intese nel concetto più. Area urbanizzata e area naturale laddove ne esistano.

La delicatezza delle città deve diventare il più grande valore che il mondo dovrà riconoscere all'Italia: la bellezza dei suoi luoghi, del suo inestimabile patrimonio culturale e naturalistico.

Porgersi di fronte al luogo, al bene, al parco naturale da difendere e valorizzare, come quando ci si pone davanti ad un cucciolo, ad un bambino, ad una orchidea spontanea.

Ne ammiriamo la bellezza ma ne percepiamo la sua fragilità, la sua delicatezza.

Questo è l’approccio che auspico da parte degli artefici del cambiamento.

Al cambiamento e alla tutela devono poter contribuire i cittadini, le associazioni, le istituzioni, le imprese, affinché si sentano parte integrata e responsabile.
 
Si sa e non si può nasconderlo che ogni luogo, città, ambiente hanno diverse specificità e anima genetica che andrebbero salvaguardate diversamente, seguendo il filo logico e naturale del suo utilizzo, specialmente qui in Italia, specialmente qui in Puglia, specialmente qui a Bari.













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