mercoledì 9 maggio 2012

Alle origini delle lame

                Domenica 6 maggio scorso tanti appassionati di natura si sono ritrovati al Parco di Lama Balice per godere di una interessante passeggiata tra i sentieri della vegetazione spontanea e per assistere allo spettacolo dell'avifauna, stanziale e migrante, che sostava sullo stagno "Grotta Sant'Angelo" per rinfrescarsi e abbeverarsi: piro-piro, una coppia di gallinelle d'acqua, pantana, sotto l'occhio vigile di una poiana. 

                                                

Nello stagno branchi di girini ondeggiavano sotto la brezza del vento che increspava la superficie dello stagno. Ferdinando guidava un gruppo di appassionati verso il ponte dalla caratteristica campata in lastroni di pietra realizzato nel 1882 dall'architetto Raffaele Di Gironimo e dal maestro muratore Vito Ventafridda, ancora in piedi ma che sta degradando a causa del passaggio di mezzi pesanti. Il nostro esploratore raccontava i suoi aneddoti e un pò di storia delle lame. Alcuni accenni alle aree delle cave, ormai abbandonate, in cui  si stanno rilevando delle impronte che potrebbero essere appartenute ai dinosauri. 
Testimoniando che le lame in genere, e questa di Balice in particolare, sono state attraversate dal mare circa 2 milioni di anni fa (era Quaternaria), si è rinvenuta tra l'erba su una roccia calcarenitica l'impronta o, presumibilmente, il fossile di una piccola conchiglia, rimasta lì nascosta per millenni. Nell'era Quaternaria il territorio apulico fu sommerso dal mare sino all'altopiano delle Murge.
Qualcuno ricorderà che nel 1968 in occasione dello scavo del canale deviatore Lamasinata in una formazione di calcarenite di Gravina, fu ritrovato lo scheletro di una balenottera risalente al Pleistocene inferiore. Alla balenottera fu dato il nome "Isabella". Tra coloro che parteciparono alla scoperta vi era il mio amico Vittorio Stagnani (scrittore e giornalista).
Nel Pleistocene superiore il mare regredì immergendosi per circa cento metri rispetto all'attuale livello, facendo emergere la terra ferma con tipici terrazzamenti e incisioni. Queste ultime per effetto delle erosioni sprofondavano dando origine alle lame







      
le foto sono di Pietro Giulio Pantaleo

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