sabato 19 maggio 2012

La specificità di un luogo







Un luogo perde la sua specificità. Mi spiego. Uno dei primi testi di psicologia è “Arie, acque e luoghi”, in cui Ippocrate afferma la specificità dell’acqua di un luogo, in quanto diversa da quella di altri luoghi. Lo stesso vale per l’aria. Il corpo avverte questa diversità e se non la tenessimo in conto, cominceremmo a collocare la stessa acqua o aria in qualsiasi parte del mondo.
Nell’antica Grecia i luoghi, crocevia, sorgenti, boschi, avevano specifiche qualità e specifiche personalizzazioni: dei, demoni, ninfe. Se si era distratti nel passarvi accanto si correva un grande rischio. Si poteva esserne posseduti. Per esempio la ninfolessia: le ninfe o Pan potevano sopraffare il viandante. Perciò si doveva essere consapevoli di quello che accadeva, di quale spirito, quale sensibilità, quale immaginazione presidiava un particolare luogo. Alcuni luoghi venivano evitati mentre altri producevano benefici. Anche oggi ci sono le terme che identificano il luogo, come Montecatini, Saturnia, Torrecanne, Margherita di Savoia, Santa Cesarea Terme. Questi luoghi in cui acqua, aria, fanghi sono benefici, sono stati alterati trasformandoli il località di villeggiatura dove i servizi al turista sono la cosa più importante, finendo, quasi, per cancellare il carattere originario del luogo. E’ importante rendersi conto di cosa i luoghi “contenevano” o quale utilità avessero o ancora se avessero un’intima peculiare qualità.
L’intimità del luogo è l’anima di quel luogo. Mi spiego. L’intima qualità di un luogo è dovuta sia alla percezione del clima e della geografia, sia all’immaginazione. L’interiorità del luogo deve parlare all’immaginazione, rendendo possibile sognare in quel luogo. L’interiorità di un luogo si basa anche sulla memoria: i luoghi hanno memoria. La memoria è all’interno della testa da cui parte l’immaginazione che rende possibile sognare in quel luogo, ma anche ricordare quel luogo per quel che conteneva.
Questo accade quando torniamo in un luogo che ci evoca tanti ricordi. Immediatamente pensiamo che la nostra mente ha immagazzinato quel ricordo ma non è così. E’ quel luogo che parla di sé.
Però pensiamo anche a quando torniamo in un posto e non lo riconosciamo perché è stato trasformato, perché magari ci hanno costruito palazzi, grattacieli, ponti, strade, cittadelle (della Finanza o della Giustizia!!) o magari al posto di quel luogo ci hanno realizzato un complesso residenziale attrezzato con centro commerciale, multisala, servizi utili per chi ci abiterà, e per mantenere vivo il ricordo di quel che c’era lo hanno chiamato con lo stesso toponimo, come il complesso residenziale “Lama Balice” sulla strada provinciale 156 per Bitonto. Domani colui che tornerà dopo tanto tempo si troverà davanti ad un dilemma Lama Balice era un Parco Naturale ed ora è un parco commerciale. Sempre parco è!!!
Ma la vera questione resta su chi deve vigilare affinché questi luoghi che racchiudono una specificità climatica, geografica, botanica, geologica, che rappresentano un raro esempio di biodiversità, mantengano la loro intimità, la loro anima, al punto che continuino a far sognare e a far ricordare.
(spunti estratti dal libro "L'anima dei luoghi" di James Hillman" - Rizzoli Editore)

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